Nella mitologia classica l’Araba Fenice è sicuramente l’essere più spettacolare presente nei bestiari fantasy: è un uccello mitico, in grado di rinascere dalle proprie ceneri! La sua origine è oscura: sappiamo che il suo culto era vivo anche ai tempi degli Egiziani e degli Assiri, ma nulla conosciamo sulla loro concezione di quest’essere, se era considerato una creatura buona o malvagia… In seguito, molti scrittori dell’età classica, come Ovidio, e molti storici e naturalisti latini e greci, come Erodoto e Plinio, hanno sottolineato la singolare capacità della fenice di risorgere dalle sue ceneri.
In particolare, una descrizione molto suggestiva la ritroviamo nelle “Metamorfosi” di Ovidio:
“... ma vi è un unico uccello, che si rinnova e da sé si rigenera: gli Assiri lo chiamano Fenice; non di frumento né di erbe, bensì vive di lagrime di incenso e di stille di amomo. Quand'esso ha compiuto cinque secoli di vita, con le unghie e con il puro rostro si costruisce un nido fra i rami di un leccio o nella sommità di una flessibile palma. E non appena qui vi ha cosparso spighe di delicato nardo e trito cinnamomo e fulva mirra, sopra vi si adagia e fra gli aromi conclude il suo tempo. Ma da qui, come si tramanda, dal corpo paterno nuovamente nasce una piccola Fenice, destinata a vivere altrettanti anni...”. Alla stessa maniera il nostro Coro, dalle ceneri della sua esperienza precedente, si è rigenerato ancora più bello e splendente, assumendo appunto il nome di "Araba Fenice". Infatti è nato dalla dicotomia del coro di cui ha fatto parte fino al 2008 dal quale sono usciti il Direttore Barbara Amaduzzi, che lo guidava dal 1998, ed una trentina di coristi che costituiscono tuttora la spina dorsale della nuova formazione.